(Izu-Ōshima, visto dal mare)
Il Mihara è uno stratovucano di 764 metri. L’eruzione maggiore più recente è stata nel 21 novembre 1986, dopo 210 anni di silenzio, in cui il magma fu fuoriuscito fino a 1,6 chilometri di distanza. Tutti i 10 mila abitanti dell’isola furono costretti a evacuarsi. Dopo un’eruzione del ‘90, gli abitanti potevano rientrarsi all’isola il 10 novembre ’96.
(il Monte Mihara, 三原山 Miharayama)
Gli archeologi sostengono che le sue eruzioni siano avvenute con frequenza di circa una ogni 100 o 200 anni da 20,000 anni fa. l’esplosione dell’86 fu una delle maggiori e la lava percorsa sulla felice pianura, solidificandosi, formò rocce ignee effusive.
La traccia dove il lava ha percorso è rimasta nera e non cresce più niente e viene chiamata “Deserto(砂漠)”. Sin all’antichità, il vulcano è stato sempre rispettato come l’oggetto di culto e l’esplosione temuta, chiamandola “Gojinka sama(御神火様)”, il sacro fuoco.
(Cratere vulcanico)
Le rocce sono fumanti.
Ora l’isola è famosa per scuba diving, terme e pesca (amatoriale e professionale). Dista circa un’ora dalle stazioni marittime (Takebashi di Tokyo, Yokohama, Atami e Shimoda). La cosa più commovente è stata il latte: c’erano le mucche che mangiavano le erbe tranquillamente e producevano il latte. Sembra una banalità, ma dovettero abbandonare la loro amata terra per ben 10 anni e a loro ritorno, non c’era più niente. Da zero hanno ricostruito la vita e ora produce il latte. Zapparsi tra le rocce nere per piantare le erbe doveva essere un lavoro che richiedeva molta tenacia.
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