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giovedì 25 dicembre 2008

横浜 Yokohama natalizia




Sono stata a Yokohama col mio ragazzo per trascorrere una bella giornata di Natale.

Yokohama è una città portuale che dista circa un'ora in treno da Tokyo. è la seconda città più popolate in Giappone dopo Tokyo. (La terza è Osaka). Qui non c'è il caos frenetico di Tokyo ma è piuttosto rilassante.


è molto moderna e sempre trendy. In questo periodo natalizio la città è molto illuminata e decorata. Anche il motoscafo.




























Sorge il quartiere cinese più grande in Giappone (chuuka gai 中華街) e si mangiano vari tipi di cucina cinese. La Cina è un paese di vastissimo territorio, quindi la loro cucina varia a seconda della zona. Qui si mangia veramente "tutto".
Al Parco Yamashita (山下公園) c'erano tantissimi fidanzati che si abbracciavano. Beh, se la scena è così romantica.....


Buon Natale a Tutti!

domenica 21 dicembre 2008

お稲荷様 La volpe di Inari

Il titolo si ispira dal libro dell’omonimo titolo scritto dal Professor Antonio Marazzi (“La volpe di Inari e lo spirito giapponese”, Biblioteca Universale Sansoni). Tra i libri scritti sul Giappone, è uno dei migliori saggi più belli che io abbia mai letto.






A Kyoto sorge un santuario scintoista dedicato alle volpi. Si chiama Fushimi Inari (伏見稲荷 sito ufficiale: http://inari.jp/). Si trova in Monte Inari in località Fushimi, a sud di Kyoto.





























Varie credenze collegate alla figura animale sono ancora vive oggi e le volpi sono considerate sacre e “messaggeri” nello shintoismo.









Fin dai tempi antichi questa località è stata sempre ritenuta sede privilegiata di spiriti. Nel 711 d.C. la famiglia aristocratica Hata costruì un tempio dedicato alla divinità Inari, che era stata scelta come patrono della famiglia. Gli Hata erano venuti dalla Corea 3 secoli prima ed erano rapidamente diventati una delle famiglie più ricche e potenti della regione. Venne attribuita l’introduzione del baco da seta e delle tecniche di irrigazione dei campi, per la coltivazione del riso. Col passare dei secoli l’inari cresce da una divinità del riso a protettore dei commerci. Alcune ditte giapponesi tengono ancora i tempietti dedicati alle volpi e oggigiorno in cui c’è rispetto alla libertà di religione gli impiegati non sono costretti a pregare, ma fino a decina di anni fa erano spesso costretti a offrire all’altare i cibi e il sakè all’altare.




I credenti manifestavano la loro devozione salendo il Monte Inari. Il percorso di pellegrinaggio è lungo circa 4 chilometri, che inizia con una lunga galleria composta da oltre 10 mila archi laccati di rosso lucente, offerti dai devoti in segno di ringraziamento.
Questi archi si chiamano Torii (鳥居)e sono una caratteristica costruzione rituale dello shintoismo. La loro origine materiale ed etimologico è incerta. Ma una delle possibili interpretazioni è che tori (鳥) significa letteralmente “uccello”, ma in questo caso si tratta di un’assonanza con l’altra parola tooru (通る), di negai ga tooru 願いが通る, cioè esaudire i desideri. Si usa spesso che l’affinità fonetica precede e l’assegnazione degli ideogrammi viene successivamente. (Nota: nella lingua moderna è più frequente usare l’espressione “negai ga kanau” 願いが叶う). Quando un grande desiderio è stato esaudito, i fedeli innalzano un torii giganteschi e se il desiderio esaudito è minore per la devozione quotidiana, acquistano le piccole riproduzioni che i fedeli dispongono ai piedi di ogni altare, e che poi vengono bruciate come segno di offerte.
































Camminare sotto i torii è fenomenale.










Qui anche gli Ema sono a forma di volpe e i fedeli, prima di offrirlo, possono disegnarne la faccia.


















Non esiste una precisa statistica su quanti santuari dedicati alle volpi esistono in Giappone, dicono che forse 20,000 o 30,000. ma se includiamo anche i piccoli altari che le ditte dispongono all’interno dei loro edifici come patrono della ditta, sono davvero innumerevoli.



Se andate a Kyoto e avete intenzione di fare un salto a Byodoin (平等院, il tempio che si trova dietro lo spicciolo da 10 yen ed è riconosciuto come patrimonio mondiale dell’UNESCO), consiglio di incontrare anche le volpette. Una cosa meno interessante è che la linea Keihan che ci porta a questa zona ha un colore giallo verde perché Uji, località dove sorge Byodoin, è famosa per la produzione di tè verde (宇治茶).




Se visitare, un altro suggerimento è provare oinarisan che i credenti dedicano alle volpi. Si tratta di una polpetta di riso condito con l’aceto e zucchero, involto dal tofu fritto e condito con la salsa di soia e brodo di tonno.









Per chi vuole approfondire sulla credenza delle volpi, consiglierei di cuore leggere il libro del Prof. Marazzi cui sopra. È fatto davvero bene. (N.B. non sono ingaggiata dalla casa editrice in questione!)



Quando ci sono stata con un mio amico casertano aprofittando il mio rientro a casa dei miei ad Osaka, seguivo una trasmissione, e ho mandato una cartolina di questo tempio ai conduttori del “Condor”, Sigg. Luca Sofri e Matteo Bordone. L’hanno letto la mia cartolina in una puntata, ma mi sa che non hanno capito che cosa fosse e hanno detto che era un “camion”...(la foto sinistra) forse l’hanno detto apposta per scherzo, visto che sono bravissimi presentatori! Era proprio in quel momento in cui decisi di lanciare un blog. I presentatori sono amanti del Giappone e molto spesso parla del Giappone. è un programma da seguire!


sabato 20 dicembre 2008

Prova di abilità linguistica italiana イタリア語検定

Gli italiani che studiano giapponese si sfidano a JLPT (Japanese Language Proficiency Test, 日本語能力試験)e noi giapponesi che studiano italiano la prova di abilità linguistica italiana (イタリア語検定).

Oggi ne ho ricevuto il certificato del primo livello! Ho preso 40 su 40 e sono stra felice♪

Lo scopo di studiare una lingua non è quello di perfezionamento, ma avere un obiettivo chiaro ci aiuta tanto.
Ora apro una bottliglia di vino per fare brindisi!







Ricerca personalizzata

素敵なシンガーソングライター Angela Aki


mercoledì 17 dicembre 2008

Spuntino おやつにせんべい♪

I Senbei (煎餅,せんべい) sono biscotti croccanti fatti di riso. Varia in termine di sapore, forma e dimensioni. Sono salati, ma alcuni tipi sono dolci. Mangiamo insieme al tè verde come spuntino quotidiano.


Vengono preparati alla griglia su carbone e durante la fase preparatoria si mette la salsa saporita sopra, a base di salsa di soia e mirin. (alcuni tipi a base di miso)





Nella foto un negozio di sembei. Vendono già confezionati, ma si può acquistarne anche solo uno appena fatto!

(A kamakura, mentre facevo una passeggiata col mio ragazzo)



domenica 14 dicembre 2008

鍋 un piatto invernale



C’è una ricetta invernale: “Nabe(鍋)”.




Il nome si riferisce alla casseruola e il “piatto unico” che si cucina usandola viene nominato nello stesso modo. C’è una vasta varietà da regione all’altra.
Mettendo un piccolo fornello portatile di gas o di elettricità sulla tavola si mangia cucinando.
L’atto di cucinare diventa un divertimento, con la partecipazione di tutti. Si riscalda bene. Il sapore varia, ci sono alcuni molto semplici e altri molto conditi. Porta a tavola una bella conversazione, “ma è cotto quello?” “Ci vuole un altro po’” “Non prendere quel pezzo di carne che ho messo dentro io!” ecc.Se venite in Giappone in inverno in compagnia, è altamente consigliabile provarlo.





L’ho mangiato ieri col mio ragazzo e non c’è bisogno di dirlo, ma sono stata ovviamente felicissima!
(Foto: la gatta pronta per la sua attiva partecipazione!)







domenica 7 dicembre 2008

東西文化融合 unione della cultura cristiana a quella locale

Il primo Natale in Giappone fu celebrato nel 1552 a Yamaguchi dal missionario gesuita Comes de Torres. Invitarono i credenti alla messa di natale. Alcuni anni dopo con l’avvio della politica di chiusura del pese, cosiddetto sakoku (鎖国), venne impedito qualsiasi contatto culturale con l’esterno, successivamente al quale nel 1587 il cristianesimo venne proibito e nel 1614 i missionari cristiani furono definitivamente espulsi dal Giappone. Di conseguenza il Natale non veniva più festeggiato fino all’inizio del periodo Meiji.
La tradizione del Natale di riprese verso 1900, quando il fondatore di un famoso negozio Meijiya a Ginza (Tokyo) applicò le decorazioni natalizie che vide nel suo soggiorno inglese al suo negozio per attirare i clienti. Gli altri negozi, man mano, cominciarono a imitarlo e questo periodo divenne un’occasione commerciale. Nel 1897 il primo libro illustrato di Babbo Natale venne pubblicato dall’autore 進藤信義 (Nobuyoshi Shindo) col nome 三田九郎 (Santa Kurou, Santa Clause, appunto), su un asino e con l’albero di natale in mano. Quando ero piccola, il Natale era un giorno in cui il babbo natale (travestito dal mio papà) mi portava un regalo e non conoscevo niente della nascita di Gesù, i 3 magi ecc.
Così il Natale ripartì senza spirito religioso ma piuttosto consumistico, nei nostri giorni si festeggia il Natale indipendentemente dalla loro fede. È il giorno in cui i fidanzati escono insieme per fare un bel cenone. Chi ha una famiglia con i bambini stanno in casa e il padre si veste in babbo natale e porta il regalo. Per i giovani non sposati, è assolutamente importante uscire con i propri fidanzati e trascorrere questo giorno in famiglia o con gli amici è una “sconfitta”. Non è una rottura del valore famigliare, tanto che fra pochi giorni arriva il capodanno, in cui la gente si sta in famiglia, ma solo questo giorno è “obbligatorio” stare con i fidanzati.
I presepi non ci sono, ma l’illuminazione nelle città è, secondo me, più vivace dell’Italia. Forse perché il giorno per “uscire”.

Molti italiani mi chiedono se i giapponesi festeggiano il Natale o meno. Ma in queste circostanze mi sembra quasi offesa rispondere di sì ai cattolici che veramente festeggiano questo giorno sacro. Ma comunque questo Natale vado a Yokohama col mio fidanzato. Almeno non sono “sconfitta”.

sabato 6 dicembre 2008

Kello Kitty e Sanrio Puro Land

Per chi ama Hello Kitty, サンリオピューロランド( Sanrio Puro Land )è un mondo di sogno. Si trova appena fuori Tokyo, a Tama Center, circa mezz'ora da Shinjuku con la Keio line. Più che parco dei giochi è cosiddetto Tema Park e il targetto è i bambini piuttosto piccoli, ma è ovvio che anche gli adulti si possono divertire!



Qui possiamo pure dubitare l'autenticità della statistica sul tasso di natalità decrescente eccetera, se vedi numerosissimi bambini pieni di allegria e vivacità!


Questo anno dal 28 dicembre fino al 4 gennaio e ogni giorni festivi inclusi sabato e domecica si tiene "キティちゃんと学ぼう! 日本文化" (impariamo la cultura giapponese con Hello Kitty". Si tiene una serie di corsi sulla cultura giapponese tra cui Ikebana e danza tradizionale giapponese e moltre altre cose, tra cui mettersi in kimono e fare foto con Kitty. http://www.puroland.co.jp/event/kt_culture/index.html


se si pensa che vengono moltissimo coreani e cinesi (mi ha detto il cuoco del sushi bar vicino a questo tema park) in pullman solo per visitare PuroLand, questo corso sarà carino.



Tama centre è una parte del comune di Tama, con circa 149,850 abitanti (statistica: 1 nov. 2008), è una zona residenziale appena uscita dal centro. Convivono la natura e convenzione degli abitanti. Si vede un lato diverso di Tokyo.



Info sull'ingresso: http://www.puroland.co.jp/information/tickets.html

Come arrivare: http://www.puroland.co.jp/english/access.html

Un sushi bar qui vicino. un po' caruccio rispetto agli altri sushi bar, ma è buono. (sempre affollatissimo con i bambini....) http://www.magurobito.com/tamacenter/index.html

師走 shiwasu...pure i maestri corrono!




Nella cultura giapponese un anno inizia dal capodanno, quindi il dicembre è un mese importante per concludere bene l’anno in corso per poi fare una bella partenza dell’anno che viene.

Il calendario gregoriano venne adottato ufficialmente nel 1873 e fino all’anno precedente si usava il calendario cinese (旧暦 oppure 太陰暦). Il dodicesimo mese del calendario cinese era nominato 師走 (shiwasu). Anche se il dodicesimo mese del calendario cinese non corrisponde al dicembre del calendario gregoriano, quest soprannome è valido anche oggi. Shiwasu significa letteralmente “maestri che corrono”. L’etimologia di questa espressione è ignota, ma molti linguisti ritengono che derivi da 色葉字類抄 (iroha jirui shô), scritto verso la fine del periodo 平安 (heian, 794 -1185/1192), nel quale spiega: “師馳す (si scriveva しす nel cosiddetto 旧仮名遣い, uso atico della trascrizione di sillabario giapponese che era in uso fino alla seconda guerra mondiale, ma si pronunciava lo stesso しす) è un mese in cui tutti i maestri dei monaci vanno avanti e indietro per visitare i credenti allo scopo di dedicare la loro preghiera. Da lì viene applicato il kanji di 走, correre.
Altri ritengono che derivi da 年果つ (Toshihatsu, 年が果てる, l’anno che si conclude)、四極 (Shihatsy, 四季が果てる月, il mese in cui le quattro stagioni finisce un giro)、為果(shihatsu, 一年の最後になし終える, concludere cose in corso prima della scadenza dell’anno).

Comunque è vero che sono molto impegnati per lavoro e altre cose, tra cui 忘年会 e 大掃除, insomma molte cose da fare tradizionalmente. Io che sono moscia moscia devo pure correre. Mah!

domenica 30 novembre 2008

Tori no ichi (酉の市) , mercato all’aperto dedicato a “Gallo”, è un evento tipicamente del Kanto e viene chiamato anche Otorisama. Si tiene a novembre al giorno di “Gallo” del calendario cinese basato sull’antico sistema di numerazione associato ai dodici animali dello zodiaco cinese.



















Il Tori no ichi si tiene al Tempio Tori (鷲在山長國寺, Juzaisan Chokoku-ji) ad Asakusa e vari santuari di Washi (Aquila). I templi Washi sono famosi per la grazia nel successo del business.










L’origine di Tori no Ichi è il mercato di un villaggio Hanamatamura (花又村, attuale Santuario Otori di Adachi-ku, Tokyo). La forma originale era il ringraziamento dai contadini per la raccolta autunnale dei prodotti agricoli a Hanamata Washidaimyojin. Il giorno del mercato, Ujiko (氏子, sacerdoti sotto la protezione della divinità locale) offrirono i galli a Hanamata Washidaimyojin e dopo la festa li portavano al tempio Senso-ji (浅草寺) di Asakusa per rilasciarli. (Nota: in questo caso “offrire (献納)” non riferisce ad un’offerta sacrificale.)



Foto: Senso-ji vista dall'altare



Il santuario "Chokoku-ji" fu fondato nel 1630. Il Bodhisattva Washimyoken (鷲妙見大菩薩) fu portato al tempio Chokoku-ji di Asakusa dal tempio principale "Jusen-ji" e consacrato a novembre al giorno di Tori. Il mercato all’aperto di Tori no Ichi ebbe inizio per accogliere numerosissimi visitatori al giorno in cui mettevano in mostra la statua del Bodhisattva.













Nacque anche l’usanza di acquistarsi un kumade(熊手), rastrelli di legno con ornamenti e decorazioni, per “acchiappare la buona fortuna”. In generale i kumade sono gli strumenti per la pulizia nei giardini. I kumade proteggono i proprietari per un anno e al prossimo Torinoichi, si riconsegnano al tempio per poi bruciarlo nel fuoco sacro e se ne acquista uno nuovo, tradizionalmente uno più costoso di quello che è stato acquistato l’anno precedente. È una dimostrazione che la grazia di kumade è stata autentica.











Questo Kumade è San Rio, produttore di Hello Kitty, che ha associato il manekineko con Kitty. I due Kitty in alto portano in testa "nejiri hachimaki", una bandana tradizionale giapponese indossata come simbolo di perseveranza e dedizione.



















È stato affollatissimo, mi ha ricordato San Gregorio Armeno di Napoli nei giorni pre natalizi. Una cosa divertentissima è che quando un cliente acquista un kumade, i venditori della relativa bancarella “prega” per il buon successo del cliente. Anche la gente che passa vicino non risparmia il loro tempo e cuore per pregare insieme. Il commercio spesso è associato con l’avidità, ma una generosità agli successi degli altri deriva da una pura sincerità che scaturisce dal nostro vero cuore davanti alle divinità.
























Maniglia a pendaglio 電車のつり革 densha no tsurikawa


I giapponesi sono bassini, ma anche tra i giapponesi ci sono quelli alti e altri più bassi.I servizi ferroviari sono "uguali" a tutti, indipendentemente all'altezza dei passeggeri.Viva l'uguaglianza e fratellanza!


Foto: Linea Keio (Tokyo)

Manekineko 招き猫


Hai mai visto un gatto con una zampetta alzata? Si tratta di Maneki neko (招き猫) e la sua origine rimane sconosciuta tuttora, ma una leggenda dice che deriva da un tempio che si trova a Tokyo.


Maneki neko è una diffusa figura che si ritiene porti fortuna al proprietario. La scultura raffigura un gatto che chiama con un cenno di una zampa alzata, e di solito viene esposta in negozi, ristoranti, sale di pachinko e altre attività commericali. Se la zampa alzata è la destra dovrebbe attirare il denaro, la sinistra i clienti. Esistono Maneki neko di diversi colori, stili e gradi di ornamento.

Si vede anche nei fumetti e cartoni animati, ormai questa figura è nota anche agli italiani.

La sua origine è discussa, ma alcuni ritengono che venga dal Tempio Gotokuji (豪徳寺) a Tokyo.

Un'antica leggenda racconta che era un tempio molto povero. Un giorno 井伊 直孝 (Naotaka Ii) passò davanti al tempio e vide un gatto alzare una zampa, come se volesse invitarlo dentro. Mai vista una scena così mistica, decise di accettare il suo invito. Non appena arrivò alla porta centrale del tempio, colpì un fulmine proprio dove stava lui 3 secondi prima. Se non avesse seguito il gatto, sarebbe stato morto per il fulmine. Per ripagare la gratitudine, Naotaka fece tanta offerta al tempio.

Così nasce il culto ai gatti come una protettore e portafortuna.
Qui i credenti vengono con la loro preghiera nel cuore e acquista una statuetta. Il prezzo varia da 300 yen fino a 5,000 yen a seconda della dimensione, materiale e ornamenti. Una cosa molto curiosa è che la gente, dopo aver esaurito la preghiera, viene al tempio per restituire il loro gatto come segno di gratitudine.

Anche Ema (絵馬), che di solito ha la forma di cavallo, qui porta una figura di gatto.


°°°Come raggiungere°°°
Prendere Odakyu Line da Shinjuku, in un quarto d’ora si arriva alla stazione Gotokuji. (un treno veloce tipo espresso non si ferma a questa fermata.)