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domenica 7 dicembre 2008

東西文化融合 unione della cultura cristiana a quella locale

Il primo Natale in Giappone fu celebrato nel 1552 a Yamaguchi dal missionario gesuita Comes de Torres. Invitarono i credenti alla messa di natale. Alcuni anni dopo con l’avvio della politica di chiusura del pese, cosiddetto sakoku (鎖国), venne impedito qualsiasi contatto culturale con l’esterno, successivamente al quale nel 1587 il cristianesimo venne proibito e nel 1614 i missionari cristiani furono definitivamente espulsi dal Giappone. Di conseguenza il Natale non veniva più festeggiato fino all’inizio del periodo Meiji.
La tradizione del Natale di riprese verso 1900, quando il fondatore di un famoso negozio Meijiya a Ginza (Tokyo) applicò le decorazioni natalizie che vide nel suo soggiorno inglese al suo negozio per attirare i clienti. Gli altri negozi, man mano, cominciarono a imitarlo e questo periodo divenne un’occasione commerciale. Nel 1897 il primo libro illustrato di Babbo Natale venne pubblicato dall’autore 進藤信義 (Nobuyoshi Shindo) col nome 三田九郎 (Santa Kurou, Santa Clause, appunto), su un asino e con l’albero di natale in mano. Quando ero piccola, il Natale era un giorno in cui il babbo natale (travestito dal mio papà) mi portava un regalo e non conoscevo niente della nascita di Gesù, i 3 magi ecc.
Così il Natale ripartì senza spirito religioso ma piuttosto consumistico, nei nostri giorni si festeggia il Natale indipendentemente dalla loro fede. È il giorno in cui i fidanzati escono insieme per fare un bel cenone. Chi ha una famiglia con i bambini stanno in casa e il padre si veste in babbo natale e porta il regalo. Per i giovani non sposati, è assolutamente importante uscire con i propri fidanzati e trascorrere questo giorno in famiglia o con gli amici è una “sconfitta”. Non è una rottura del valore famigliare, tanto che fra pochi giorni arriva il capodanno, in cui la gente si sta in famiglia, ma solo questo giorno è “obbligatorio” stare con i fidanzati.
I presepi non ci sono, ma l’illuminazione nelle città è, secondo me, più vivace dell’Italia. Forse perché il giorno per “uscire”.

Molti italiani mi chiedono se i giapponesi festeggiano il Natale o meno. Ma in queste circostanze mi sembra quasi offesa rispondere di sì ai cattolici che veramente festeggiano questo giorno sacro. Ma comunque questo Natale vado a Yokohama col mio fidanzato. Almeno non sono “sconfitta”.

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